Diventare insegnante è il sogno di molti laureati, il fascino di intraprendere un percorso di vita a disposizione dei più giovani, donando il proprio sapere e la propria presenza, per molti diventa una vera ispirazione di vita. Ma non tutti sanno come poter accingersi in questo mestiere così affascinate e realizzare il proprio sogno. Leggendo la nostra guida affronteremo step by step il percorso da compiere per diventare insegnate, nonché comprendere quali sono i requisiti richiesti e quali sono le prove del concorso da dover svolgere. Vediamo insieme…
Come diventare insegnante?
Gli insegnati hanno tutti un compito fondamentale, quello di promuovere lo sviluppo culturale, civile, umano e professionale dei propri alunni, cercando di donare loro, con la massima empatia tutto ciò che possa farli crescere e realizzare i propri obiettivi di vita, oltre ad acquisire il massimo a livello culturale e umano.
Per diventare insegnante, però, oltre alla dedizione, ci sono diverse strade da percorrere, in base al ruolo che si vuole intraprendere.
Per diventare maestra/o presso le scuole di infanzia o alle elementari, il percorso da seguire parte, come sempre, dal titolo di studio da conseguire. In questo caso è fondamentale possedere una Laurea Magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria. Successivamente non è necessario conseguire ulteriori CFU, poiché il diploma di laurea è abilitante alla professione.
Fase importante per gli aspiranti maestri/e, già prevista nel percorso di laurea, è lo svolgimento del tirocinio. Utile per una formazione più completa alla professione.
Solo per chi si sia diplomato entro l’anno 2001/2002, in alternativa, è valido anche il solo possesso del diploma di liceo socio-psico-pedagogico.
Per diventare insegnante in una scuola secondaria di primo o di secondo grado, invece, le cose sono poco più complicate. In questo caso, è necessaria una Laurea Magistrale, Specialistica o di Vecchio Ordinamento nella classe di laurea specifica corrispondente al concorso.
In quest’ultimo caso, la partecipazione al concorso pubblico rappresenta lo step fondamentale per diventare docenti.
Quali sono i requisiti per diventare insegnante?
Come visto, gli aspiranti docenti possono partecipare al concorso per diventare insegnanti nel 2025, purché siano in possesso dei seguenti requisiti specifici:
- aver conseguito il titolo di studio di accesso all’insegnamento, ovvero per scuola secondaria di primo e secondo grado esser in possesso della Laurea Magistrale o Diploma AFAM di II livello. Per ITP, invece, è necessario possedere una Laurea Triennale o Diploma AFAM di I livello;
- aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento (attuale percorso da 60 CFU).
Una volta superato il concorso per insegnanti bisogna poi realizzare un anno di prova in servizio con test finale e valutazione conclusiva.
In base al nuovo regolamento per diventare docenti, per essere immessi in ruolo è necessario, oltre al superamento del concorso, dover affrontare anche un periodo di formazione e di prova in servizio.
Le nuove regole per accedere all’insegnamento prevedono un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2024, questo serve per agevolare il passaggio alla nuova normativa, e delle distinzioni per l’abilitazione in base al grado d’istruzione e alla tipologia del ruolo.
Sicuramente, il prossimo Governo provvederà a nuove modifiche.
Abilitazione all’insegnamento e CFU
Più volte sono stati citati questi due termini, ovvero abilitazione e CFU, ma di cosa si sta parlando?
Una volta compresa la propria classe di concorso, ora si potrà passare alla selezione vera e propria. Un dettaglio fondamentale prima di questo step è aver acquisito i famigerati CFU, ovvero i Crediti Formativi Universitari afferenti all’area socio-psico-pedagogica.
Con la riforma Bianchi, però, oltre a cambiare le modalità di reclutamento dei docenti ora è previsto un vero e proprio percorso abilitante iniziale che prevede l’acquisizione durante il percorso di studi universitari o anche successivamente di ben 60 CFU/CFA, relativi alle stesse aree di studio, ovvero:
- M-PSI/04 Psicologia dell’educazione 6 CFU;
- M-DEA/01 Antropologia culturale 6 CFU;
- M-PED/01 Pedagogia generale e sociale 6 CFU;
- M-PED/03 Metodologie e tecnologie didattiche 6 CFU.
Nel dettaglio, parliamo di corsi a frequenza obbligatoria che permettono di conseguire i 60 CFU o CFA con relativa prova finale. Questi 60 crediti devono comprendere almeno:
- 10 CFU/CFA di area pedagogica;
- 20 CFU/CFA di tirocinio diretto e indiretto.
Per chi già avesse acquisito i 24 CFU, quelli già in possesso nella fase transitoria, fino al 31 dicembre 2024, sono riconosciuti solo se sono stati conseguiti entro e non oltre il 31 Ottobre 2022.
Quali sono le prove del concorso per insegnanti?
Il concorso si articola in:
- una prova scritta;
- una prova orale.
Prova Scritta
La prova scritta sarà composta da 50 domande da completare in 100 minuti nelle seguenti materie e quesiti:
- 10 quesiti di ambito pedagogico;
- 15 quesiti di ambito psicopedagogico, inclusi gli aspetti relativi all’inclusione;
- 15 quesiti di ambito metodologico-didattico, inclusi gli aspetti relativi alla valutazione;
- 5 quesiti in ambito linguistico (Inglese B2);
- 5 quesiti in ambito digitale.
Prova Orale
La prova orale, invece, oltre alle conoscenze disciplinari, valuterà le competenze e le conoscenze specifiche del candidato nella materia di insegnamento.
La prova avrà una durata variabile in base al percorso scelto:
- 45 minuti per i candidati della scuola secondaria di primo e secondo grado
- 30 minuti per i candidati della scuola dell’infanzia e primaria.
Durante questa prova, inoltre, verrà valutata la capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese, di almeno livello B2.
Andando nel dettaglio, la prova si compone in questo modo:
- Per i posti comuni, verranno accertate le conoscenze sulla disciplina e le competenze didattiche generali, capacità di progettazione didattica efficace. Nel corso della prova si svolgerà anche un test didattico che consisterà in una lezione simulata.
- Per i posti di sostegno, invece, verrà valutata la competenza degli aspiranti insegnanti nelle attività di sostegno all’alunno con disabilità, volte alla definizione di ambienti di apprendimento, alla progettazione didattica e curricolare per garantire l’inclusione e il raggiungimento degli obiettivi. Anche in questo caso, nel corso della prova si svolgerà una lezione simulata.
La traccia per la lezione simulata verrà estratta 24 ore prima dell’orario programmato per la prova.
Entrambe le prove prevedono per il loro superamento un voto minimo di 70/100.
Quanto guadagnano gli insegnanti?
Lo stipendio di un docente varia in base a diversi fattori, uno dei principali è l’anzianità di servizio. Un insegnante con molti anni di esperienza avrà uno stipendio certamente più alto di un docente che è ancora alle prime armi.
Agli esordi della carriera lo stipendio di un insegnante delle superiori si aggira sui 1.760,88 euro mensili lordi, ovvero 1.350 euro netti, per arrivare poi alla fine della carriera a percepire fino a 2.625,78 lordi al mese, ovvero 1.960 euro netti mensili.
Andando ancora più nel dettaglio, in base agli ultimi contratti del CCNL scuola, vediamo gli stipendi degli insegnanti delle scuole superiori suddivisi in base all’anzianità di servizio:
- Fino agli 8 anni di servizio gli insegnati percepiranno 1.350 euro mensili netti;
- Tra i 9 e i 14 anni di servizio percepiranno 1.503 euro mensili netti;
- Tra i 15 e i 20 anni di servizio, invece, percepiranno 1.643 euro mensili netti;
- Tra i 21 e i 27 anni di servizio, gli insegnati percepiranno 1.786 euro mensili netti;
- Tra i 28 e i 34 anni di servizio percepiranno 1.895 euro mensili netti;
- Infine, oltre i 35 anni di servizio, gli insegnanti percepiranno 1.960 euro mensili netti, ovvero 35.505,47 euro lordi all’anno.
Mentre lo stipendio degli insegnanti delle medie e dei/lle maestri/e delle elementari tende ad essere poco più basso di quello percepito dai docenti delle superiori. Parliamo di uno stipendio base che si aggira sui 22mila euro lordi all’anno per i primi anni di servizio, per poi raggiungere anche i 33mila euro lordi anni dopo 35 anni di servizio.
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