Come diventare e cosa fa un educatore? – La guida

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    Come diventare e cosa fa un educatore? – La guida

    Una professione avvincente quella dell’educatore, che può operare sulle diverse esigenze della comunità in modo differente. L’educatore gestisce e organizza progetti e servizi educativi, nonché riabilitativi, all’interno di servizi socio-educativi o sanitari, destinati a persone in stato di bisogno. In questa guida comprenderemo le varie declinazioni della professione e affronteremo alcuni aspetti che riguardano la sua formazione, professione, competenze, qualità e guadagno.

    Cosa fa un educatore?

    Un educatore professionale è, come descritto nel D.M. 520/1998, colui che:

    “attua specifici progetti educativi e riabilitativi, nell’ambito di un progetto terapeutico elaborato da un’equipe multidisciplinare, volti a uno sviluppo equilibrato della personalità con obiettivi educativo/relazionali in un contesto di partecipazione e recupero alla vita quotidiana”.

    Com’è facile intuire, l’educatore lavora per recuperare e reinserire socialmente chi si trova in situazioni di disagio e per questo motivo ai margini della società.

    Ruolo incisivo per l’organizzazione e la gestione di progetti e servizi educativi e riabilitativi all’interno dei servizi sanitari o servizi socio-educativi. Andando più nel dettaglio, i soggetti destinatari di tale sostegno sono:

    • Minori;
    • Disabili;
    • Anziani;
    • Carcerati;
    • Tossicodipendenti;
    • Alcolisti;
    • Pazienti psichiatrici.

    Una professione a dir poco stimolante e fondamentale nella nostra odierna società, proprio grazie al suo operato amplificato. Difatti, gli educatori sono soliti collaborare con altre figure professionali presenti nelle strutture come psicologi, neuropsichiatri, assistenti sociali ed altri operatori, progettando con loro interventi mirati per il miglioramento terapeutico (e non solo) di ogni utente.

    Come diventare educatore?

    Per poter diventare un educatore ed intraprendere questa carriera è possibile solo attraverso una scelta di studio di carattere sociale e psicopedagogico.

    Però, prima di comprendere quali sono i titoli utili per lo svolgimento della professione è doveroso precisare che si distinguono due categorie di educatori, e per questo due percorsi di studio differenti:

    1. Educatore Professionale socio-pedagogico: questa figura lavora all’interno dei servizi socio-educativi, come scuole e settore terziario. La sua formazione si costituisce in percorsi di studio in servizi socio-educativi;
    2. Educatore Professionale socio-sanitario: figura che opera in contesti socio-assistenziali, sanitari e socio-educativi. In questo caso la sua formazione nasce seguendo Facoltà di Medicina e successive abilitazioni nel settore delle professioni sanitarie della riabilitazione.

    Per accedere alla carriera di educatore professionale, quindi, è fondamentale conseguire una di queste lauree, in base alla figura di interesse:

    • Laurea Triennale in Educatore Professionale Sanitario (Classe SNT/02), per educatori socio-sanitari;
    • Laurea Triennale per educatore professionale (Classe L-19), per educatori socio-pedagogici.

    Per entrambe le professioni è richiesta una formazione che va oltre la laurea, prevedendo tirocini obbligatori per poi conseguire l’abilitazione.

    Per il percorso sanitario sono indicate le classi LM, SNT/02; mentre per quello socio-psicopedagogico sono indicate le classi LM50, LM57, LM85, LM93. Queste potranno essere combinate con master, scuole di specializzazione e/o corsi di perfezionamento – come ECM (Educazione Continua in Medicina), obbligatori per le professioni sanitarie, e conseguente iscrizione ad albi e ordini professionali.

    Qualità personali indispensabili per essere educatore

    Chi ha intenzione di affrontare questo percorso di studi, nonché professionale, deve avere un profondo senso di responsabilità e sensibilità fuori dal comune, tanto da diventare una vera e propria vocazione.

    Qualità indispensabili per un educatore, cd soft skills, si possono sintetizzare in:

    • Forte propensione alle relazioni umane;
    • Abilità organizzative;
    • Capacità di gestione dello stress;
    • Propensione all’ascolto;
    • Elevato controllo emotivo;
    • Spirito di iniziativa;
    • Flessibilità;
    • Capacità di lavorare in squadra;
    • Forte empatia;
    • Apertura mentale;
    • Risoluzione delle conflittualità.

    A quali concorsi può accedere un educatore?

    Una volta acquisiti i titoli di interesse, i futuri professionisti possono partecipare a diversi concorsi pubblici che potranno essere pubblicati sia da Enti Locali che da Aziende Socio Sanitarie Territoriali e da Aziende per i Servizi alla Persona.

    Abitualmente i bandi prevedono una selezione divisa per titoli ed esami. Quindi una valutazione dei titoli e una successiva serie di prove d’esame da affrontare, come:

    • Prova Preselettiva: che potrebbe consistere in un test a risposta multipla sulle materie d’esame.
    • Prove Scritte: che potrebbero essere una o due, su elaborati, temi o test a risposta multipla, temi o sulle tematiche inerenti al profilo professionale.
    • Prova Orale: che vertono sempre sulle materie d’esame oltre che sull’accertamento delle conoscenze e competenze della lingua inglese e delle applicazioni informatiche più diffuse.

    Le materie di studio variano sempre da concorso e da profilo scelto.

    Quanto guadagnano gli educatori?

    Lo stipendio medio netto di un Educatore Professionale varia a seconda dell’ente per cui lavora, nonché dall’esperienza professionale.

    Gli educatori professionisti guadagnano, in media, 1.200/1.500 euro al mese,raggiungendo anche i 25mila euro annui netti.

    Lo stipendio per gli educatori, però, dipende da diversi fattori. In primis dalla struttura dove opera, se questa è pubblica o privata, passando dall’anzianità di servizio, fino agli straordinari e ai diversi turni di lavoro.

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