L’Istruttore di vigilanza è una figura sempre più richiesta nei Comuni italiani, in un contesto in cui la sicurezza urbana, la tutela del territorio e il rispetto delle regole rappresentano priorità fondamentali per le amministrazioni locali. Si tratta di un ruolo che richiede competenze tecniche solide, equilibrio, senso civico e capacità di mediazione, poiché l’istruttore di vigilanza è spesso il primo punto di contatto tra i cittadini e la pubblica amministrazione. Ma chi è esattamente questo professionista, quali mansioni svolge e come si diventa Istruttore di vigilanza?
In questa guida approfondiremo tutto ciò che c’è da sapere: dai requisiti di accesso ai concorsi pubblici, alle competenze da possedere, titoli di studio e stipendio.
Chi è l’Istruttore di vigilanza?
L’Istruttore di vigilanza è un dipendente pubblico appartenente all’area degli operatori e istruttori del comparto Funzioni Locali, generalmente inquadrato nella categoria C (oggi “area degli istruttori”).
È una figura cardine della Polizia Locale o Municipale, con compiti che spaziano dalla tutela della sicurezza urbana alla vigilanza amministrativa e al rispetto delle normative comunali e nazionali.
Nell’ambito delle sue funzioni, l’Istruttore di vigilanza esercita attività di polizia amministrativa locale, polizia stradale, polizia giudiziaria e pubblica sicurezza, collaborando costantemente con le altre forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza) per garantire ordine, legalità e convivenza civile all’interno del territorio comunale.
In sostanza, è l’agente di polizia locale che presidia le strade, vigila sui comportamenti dei cittadini, assicura il rispetto delle regole e rappresenta un punto di riferimento per la collettività. È, a tutti gli effetti, il volto operativo dell’amministrazione comunale sul territorio.
Mansioni
Le mansioni dell’Istruttore di vigilanza possono variare in base alla dimensione e all’organizzazione del Comune di appartenenza, ma in generale comprendono:
- Controllo e vigilanza del territorio comunale per prevenire e contrastare comportamenti illeciti e garantire la sicurezza urbana;
- Verifica del rispetto del Codice della Strada, con accertamento delle infrazioni, gestione dei verbali e supporto nelle attività di controllo del traffico;
- Attività di polizia amministrativa, come controlli su esercizi commerciali, mercati, pubblici esercizi, fiere e cantieri;
- Servizi di polizia giudiziaria, sotto la direzione e il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria;
- Interventi in situazioni di emergenza o ordine pubblico, anche in supporto ad altre forze dell’ordine o servizi comunali;
- Educazione civica e sicurezza urbana, attraverso campagne informative e iniziative di prevenzione nelle scuole o nei quartieri;
- Supporto amministrativo all’interno del Comando di Polizia Locale, nella redazione di atti, rapporti e relazioni di servizio.
Si tratta, dunque, di un ruolo operativo ma anche amministrativo, che richiede senso di responsabilità, precisione, capacità di gestione delle persone e prontezza di intervento.
Competenze
Per svolgere questo lavoro servono una combinazione di hard skills (competenze tecniche) e soft skills (competenze personali e relazionali).
Hard skills
- Conoscenza del Codice della Strada e delle normative locali;
- Nozioni di diritto amministrativo e penale;
- Tecniche di redazione di atti e verbali amministrativi;
- Utilizzo dei sistemi informatici e dei software gestionali comunali;
- Procedure di sicurezza e pronto intervento.
Soft skills
- Capacità relazionali e comunicative, fondamentali per rapportarsi con i cittadini;
- Autocontrollo e gestione dello stress, in situazioni potenzialmente conflittuali;
- Spirito di osservazione e attenzione ai dettagli;
- Senso civico, etica professionale e imparzialità;
- Lavoro di squadra e collaborazione interforze.
Come diventare Istruttore di vigilanza?
Per diventare Istruttore di vigilanza è necessario superare un concorso pubblico bandito da un Comune o da un’Unione di Comuni.
Trattandosi di una figura appartenente al comparto della Pubblica Amministrazione, l’assunzione avviene esclusivamente tramite procedure selettive pubbliche e trasparenti.
Requisiti di accesso
Per partecipare al concorso, è necessario possedere alcuni requisiti generali, che di norma comprendono:
- Cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione Europea;
- Maggiore età;
- Godimento dei diritti civili e politici;
- Idoneità fisica all’impiego (anche specifica, in base al bando di riferimento);
- Assenza di condanne penali o procedimenti in corso che impediscano l’assunzione;
- Idoneità al porto d’armi per il servizio, se prevista dal bando e secondo determinate normative;
- Possesso della patente di guida di categoria B (in alcuni casi può essere richiesta anche la patente A).
Sul piano dei titoli di studio, è generalmente richiesto il diploma di scuola secondaria di secondo grado (maturità).
In alcuni bandi, però, può essere considerato titolo preferenziale il possesso di una laurea in Giurisprudenza, Scienze Politiche o Economia, soprattutto per ruoli di livello superiore o di coordinamento.
Il concorso pubblico: prove e selezione
Ogni bando definisce requisiti, modalità di candidatura, prove e criteri di valutazione, ma la struttura delle selezioni è solitamente simile tra i vari enti.
Prova scritta
Può consistere in quesiti a risposta multipla o nella redazione di un elaborato sulle principali materie giuridiche e amministrative, come:
- Diritto costituzionale e amministrativo;
- Ordinamento degli enti locali;
- Codice della Strada;
- Diritto penale e procedura penale (con particolare attenzione ai reati contro la Pubblica Amministrazione);
- Normativa in materia di pubblica sicurezza e polizia locale.
Prova orale
Approfondisce gli stessi argomenti della prova scritta e può includere:
- Un colloquio pratico-situazionale per valutare la gestione dei casi reali;
- La verifica delle competenze informatiche di base;
- La conoscenza della lingua inglese, a livello almeno elementare.
Prove fisiche o attitudinali
In alcuni concorsi sono previste anche prove fisiche (come corsa o piegamenti) o test psico-attitudinali, per accertare l’idoneità operativa e la capacità di affrontare situazioni di stress o interventi sul territorio.
Quanto guadagna un Istruttore di vigilanza?
Lo stipendio di un Istruttore di vigilanza può variare in base al contratto, all’anzianità di servizio, alle indennità accessorie e al Comune di appartenenza.
In media, un Istruttore di vigilanza percepisce:
- Circa 1.800/2.000 euro lordi al mese all’inizio della carriera;
- Fino a 2.400/2.600 euro lordi mensili con l’aggiunta di indennità, straordinari e progressione economica.
A queste somme si possono aggiungere:
- Indennità di vigilanza (per le mansioni di controllo sul territorio);
- Indennità di rischio (per le attività operative e i servizi di ordine pubblico);
- Compensi per turni notturni, festivi o straordinari.
In termini netti, la retribuzione media si aggira tra 1.400 e 1.700 euro mensili, ma può crescere con l’esperienza e con il passaggio a ruoli di maggiore responsabilità.
Un istruttore con diversi anni di servizio o che avanza al profilo di istruttore direttivo di vigilanza (Area D) può arrivare a superare i 2.000 euro netti mensili, soprattutto se ricopre incarichi di coordinamento o comando.
Prospettive di carriera
Dopo alcuni anni di servizio e con l’esperienza maturata, l’Istruttore di vigilanza può accedere a ruoli di maggiore responsabilità, come:
- Istruttore direttivo di vigilanza (Area D);
- Vicecomandante o Comandante della Polizia Locale;
- Responsabile di settore o nucleo operativo.
La partecipazione a corsi di aggiornamento professionale e la formazione continua sono fondamentali per restare al passo con le nuove normative e tecnologie di controllo del territorio.
L’esperienza maturata può inoltre consentire la partecipazione a concorsi per ruoli superiori o per altri enti pubblici (Regioni, Province, Ministeri), grazie alla solida base giuridico-amministrativa del profilo.
Diventare Istruttore di vigilanza significa intraprendere una carriera pubblica impegnativa ma ricca di valore sociale. È un lavoro che unisce competenze giuridiche, capacità operative e spirito di servizio verso la comunità.
Chi desidera contribuire concretamente alla sicurezza e alla legalità nel proprio territorio può trovare in questo ruolo un’opportunità di crescita professionale e personale duratura.
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