Nei bandi di concorso, in genere, si trova una clausola in merito alle pubblicazioni che gli aspiranti concorsisti, qualora dovessero avere, devono allegare. Si fa riferimento a pubblicazioni, documenti e al possesso di eventuali titoli didattici e scientifici.
Questi avranno una valutazione che varia in base ad un punteggio prefissato per ogni bando di concorso. Ma saranno valutate (unicamente) le pubblicazioni edite a stampa, con esclusione dei lavori dattiloscritti, anche se accompagnati da certificazione da cui risulti che i lavori stessi sono in corso di pubblicazione.
Non è raro che la valutazione delle pubblicazioni venga fatta in relazione all’originalità della produzione scientifica o all’importanza della rivista o all’eventuale collaborazione di più autori.
Le pubblicazioni verranno valutate solo se attinenti alla disciplina della selezione, e quindi al bando di concorso, e se divulgate in riviste scientifiche, sia nazionali che internazionali. Bisogna, inoltre, tenere sempre conto della loro originalità, continuità e dei contenuti dei singoli lavori. Infine, bisogna menzionare anche le eventuali collaborazioni con più autori.
Ovviamente, non possono essere valutate pubblicazioni dove non risulti l’apporto del candidato.
Queste sono utili laddove il concorso valuti tutti i titoli posseduti dal candidato, permettendogli un salto importante in graduatoria finale.
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