La nuova PA digitale tra concorsi, AI e nuove competenze dopo il ForumPA 2025

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    PA digitale: tra concorsi, AI e nuove competenze dopo il ForumPA 2025

    La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione non è più un progetto in fase di definizione, ma una realtà in continua evoluzione. A dimostrarlo è il ForumPA 2025, tenutosi a Roma dal 19 al 21 maggio, dove istituzioni, esperti e professionisti del settore pubblico si sono confrontati sulle sfide e le opportunità della PA digitale.

    Automazione, intelligenza artificiale, formazione continua, concorsi più accessibili e una gestione sempre più orientata ai dati: è su questi fronti che si gioca oggi l’evoluzione della PA. In questo articolo ripercorriamo i punti salienti emersi durante il ForumPA 2025, tra dichiarazioni ufficiali, visioni strategiche e nuove esigenze formative, per capire in che direzione si muove la PA digitale italiana – e quali saranno le ricadute per chi sogna un impiego nel pubblico impiego.

    Il futuro della PA digitale tra innovazione, formazione e intelligenza artificiale

    La Pubblica Amministrazione è nel pieno di una rivoluzione: digitalizzazione, innovazione tecnologica e centralità delle competenze umane sono le parole chiave di questa trasformazione. In occasione del ForumPA 2025, dirigenti pubblici, esperti del settore e rappresentanti istituzionali si sono confrontati sul futuro della PA digitale, portando visioni, esperienze e sfide concrete da affrontare.

    Ad aprire il dibattito è stato il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha ribadito la necessità di una PA moderna, proattiva e capace di attrarre nuovi talenti:

    “La PA digitale non è un’opzione: è una necessità. Dobbiamo costruire un’amministrazione che sia all’altezza delle sfide contemporanee, valorizzando il merito e puntando sulla formazione continua. La tecnologia deve essere al servizio delle persone, non sostituirle”.

    Un intervento che ha fatto da cornice a un confronto ricco di spunti, in cui sono emerse esperienze significative legate alla trasformazione digitale in atto.

    Un punto condiviso anche da Stefano Tomasini, Direttore Centrale Tecnologia e Innovazione di INAIL, che ha parlato della necessità di un “governo coerente della trasformazione digitale, con un disegno di insieme e una regia centrale per guidare i processi”. Tomasini ha evidenziato l’importanza di evitare iniziative disorganiche e puntare su progetti integrati e sostenibili nel tempo.

    L’intelligenza artificiale come acceleratore del cambiamento

    Francesco Federico, rappresentante del Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DPWA), ha sottolineato come l’intelligenza artificiale rappresenti un “acceleratore esponenziale”, in grado di sostituire molti dei processi ancora oggi gestiti manualmente. Ma il cambiamento tecnologico – ha precisato – deve necessariamente accompagnarsi a una riorganizzazione delle risorse umane:

    “Se non partiamo prima con la ricollocazione delle persone formandole su altri tipi di temi, poi abbiamo un problema: un’intelligenza artificiale che tutte le ditte vogliono avere, ma con impiegati che rischiano di restare indietro”.

    Una riflessione condivisa anche da Greta Albicocco (Agenzia Interregionale per il fiume Po – AIPo), che ha raccontato l’impegno della propria amministrazione nel fronteggiare la transizione digitale attraverso percorsi formativi dedicati a un personale con un’età media avanzata:

    “Il cambiamento digitale va affrontato nel modo più veloce possibile. Stiamo utilizzando percorsi come Syllabus e i pacchetti formativi messi a disposizione dal Ministero”.

    Un altro elemento chiave emerso dal confronto è l’importanza delle reti tra pubbliche amministrazioni. Antonella Proietti (ENEA) ha raccontato l’esperienza decennale della rete dei Comitati Unici di Garanzia (CUG), che oggi coinvolge più di 450 amministrazioni pubbliche:

    “Le reti sono fondamentali perché si condivide l’esperienza di uno e si fa squadra. Abbiamo lavorato su sicurezza, benessere organizzativo, pari opportunità e linguaggio inclusivo. Da soli si riesce a cambiare poco. Le reti fanno la differenza”.

    Una rete ben strutturata – ha spiegato – è anche un motore per la diffusione delle buone pratiche e per affrontare con maggiore efficacia questioni cruciali come il contrasto alla violenza di genere, la promozione del benessere nei luoghi di lavoro e la parità.

    Formazione, merito e giovani: la strategia di Zangrillo per una PA digitale

    Durante i suoi interventi al Forum PA 2025, il Ministro Zangrillo, ha posto con forza l’attenzione su un aspetto spesso trascurato nei processi di innovazione: il ruolo centrale delle persone.

    “Abbiamo la responsabilità di dedicare l’attenzione all’unico fattore che conta davvero: le nostre persone”.

    Il Ministro ha infatti annunciato l’intenzione di rafforzare i percorsi formativi, puntando a garantire almeno 40 ore di formazione all’anno per ciascun dipendente pubblico.

    A supportare questa trasformazione, sono già attivi strumenti come la piattaforma Syllabus, il progetto PerformaPA, i programmi di alta formazione e i Poli formativi territoriali, nati in collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, le Regioni e le Università.

    Ma la formazione è solo una delle tre leve su cui si fonda il cambiamento. Le altre due, secondo Zangrillo, sono il merito e la capacità della PA di attrarre nuovi talenti. In quest’ottica si inseriscono alcune importanti novità: un disegno di legge dedicato al merito, la centralizzazione del sistema di reclutamento, la riduzione dei tempi dei concorsi (passati da una media di 780 a circa 180 giorni) e un’attenzione particolare a superare le disuguaglianze retributive tra enti centrali e locali.

    “Valorizzare il merito, investire nella formazione e attrarre i talenti sono le tre leve strategiche su cui stiamo costruendo una PA più moderna, digitale e vicina alle esigenze di cittadini e imprese”.

    Ha dichiarato Zangrillo, ribadendo l’esigenza di una macchina pubblica capace di affrontare le sfide della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale.

    Infine, il Ministro ha voluto sottolineare anche l’importanza del coinvolgimento delle nuove generazioni, riconoscendo nella loro visione e nelle loro competenze un fattore determinante per il rinnovamento della PA:

    “Abbiamo bisogno della loro visione e delle loro capacità”.

    La PA digitale non è solo tecnologia

    Un messaggio è emerso chiaramente da questa edizione del ForumPA: la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione non è (solo) una questione tecnologica, ma politica, organizzativa e culturale. Richiede una visione sistemica, investimenti continui e soprattutto persone preparate, motivate e coinvolte.

    È necessaria una veduta sistemica, capace di connettere innovazione e semplificazione, valorizzando al tempo stesso il capitale umano. Le riforme digitali, per essere realmente efficaci, devono poggiare su investimenti costanti in formazione, sulla diffusione di una cultura del risultato e su un approccio data-driven all’organizzazione del lavoro.

    Il futuro della PA digitale è oggi!

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