Diventare Ambasciatore significa intraprendere una carriera di altissimo profilo, al servizio dello Stato e delle relazioni internazionali. È una professione che unisce senso civico, cultura e diplomazia: chi ricopre questo ruolo rappresenta l’Italia nel mondo, promuovendone i valori, gli interessi e le politiche nei confronti degli altri Paesi e delle grandi organizzazioni internazionali.
Si tratta di un percorso lungo e selettivo, che richiede un’eccellente preparazione giuridica, linguistica e politica, oltre a una spiccata capacità di mediazione. In questa guida analizziamo in dettaglio chi è l’Ambasciatore, quali sono le sue mansioni, le competenze richieste, i requisiti e titoli necessari, il concorso pubblico per entrare in carriera e, infine, quanto guadagna un ambasciatore italiano.
Chi è l’Ambasciatore?
L’Ambasciatore è il massimo rappresentante diplomatico dello Stato italiano presso un altro Paese o un’organizzazione internazionale (come ONU, Unione Europea, NATO, FAO o UNESCO). È il vertice della carriera diplomatica e agisce in nome della Repubblica Italiana, con il compito di tutelare gli interessi nazionali e di promuovere le relazioni politiche, economiche, culturali e scientifiche con il Paese ospitante.
In termini semplici, l’Ambasciatore è la voce e il volto dell’Italia nel mondo. Rappresenta il nostro Paese in occasione di incontri ufficiali, sigla accordi internazionali, partecipa a negoziati multilaterali e offre supporto ai cittadini italiani all’estero. È una figura di equilibrio, capace di mediare, comprendere e interpretare gli scenari internazionali per proteggere gli interessi dello Stato e favorire la cooperazione tra nazioni.
Mansioni
Le responsabilità di un Ambasciatore sono ampie e delicate, poiché riguardano tutti gli aspetti della presenza dell’Italia all’estero. Tra le principali mansioni troviamo:
- Rappresentanza politica e istituzionale: partecipa a incontri, cerimonie e conferenze ufficiali, rappresentando il Governo italiano e mantenendo un costante dialogo con le autorità del Paese ospitante;
 - Tutela degli interessi italiani: promuove le relazioni economiche, commerciali, culturali e scientifiche tra l’Italia e il Paese in cui opera, sostenendo anche le imprese italiane all’estero;
 - Coordinamento dell’Ambasciata: dirige e supervisiona l’intera struttura diplomatica, dal personale di carriera ai funzionari amministrativi e tecnici, assicurando il corretto funzionamento della sede;
 - Assistenza ai cittadini italiani: garantisce tutela e supporto ai connazionali in caso di emergenze, crisi politiche o difficoltà legali, in stretta collaborazione con i consolati;
 - Analisi e reportistica: redige relazioni e documenti per il MAECI, fornendo informazioni su temi politici, economici e sociali utili a orientare le scelte del Governo.
 
Competenze
Diventare Ambasciatore richiede un insieme articolato di competenze tecniche (hard skills) e relazionali (soft skills), indispensabili per gestire contesti complessi e situazioni delicate.
Hard skills
- Conoscenza delle relazioni internazionali, del diritto internazionale pubblico e del funzionamento delle organizzazioni internazionali;
 - Ottima padronanza delle lingue straniere, con conoscenza obbligatoria dell’inglese e di una seconda lingua (spesso francese, spagnolo o tedesco). La conoscenza di una terza lingua costituisce un vantaggio competitivo;
 - Competenze economiche e geopolitiche, per comprendere i rapporti di forza e le dinamiche dei mercati globali;
 - Capacità di redazione istituzionale, indispensabile per scrivere rapporti, comunicazioni e documenti diplomatici chiari, precisi e formali;
 - Cultura generale ampia, che includa storia contemporanea, politica, economia e diritto, elementi fondamentali per interpretare l’attualità internazionale.
 
Soft skills
- Leadership e autorevolezza, per dirigere il personale diplomatico e rappresentare il Paese con fermezza e credibilità;
 - Diplomazia e negoziazione, qualità centrali per risolvere conflitti e condurre trattative complesse tra Stati;
 - Capacità relazionali e comunicative, per instaurare rapporti efficaci e mantenere un dialogo costruttivo con rappresentanti istituzionali, imprenditori e cittadini;
 - Equilibrio emotivo, riservatezza e senso etico, fondamentali per gestire pressioni, informazioni sensibili e situazioni di crisi;
 - Spirito di adattamento e flessibilità, poiché la carriera diplomatica comporta frequenti cambi di sede e lunghi periodi di permanenza all’estero.
 
Come diventare Ambasciatore?
Per poter diventare Ambasciatore è necessario accedere alla carriera diplomatica, un percorso di eccellenza che si avvia con la qualifica di Segretario di Legazione in prova.
L’accesso avviene esclusivamente tramite concorso pubblico bandito annualmente dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).
Si tratta di uno dei concorsi più prestigiosi e selettivi della Pubblica Amministrazione, volto a individuare candidati con solide competenze culturali, giuridiche e linguistiche, oltre a spiccate doti personali di equilibrio e discernimento.
a) Requisiti di ammissione
Per partecipare al concorso diplomatico è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
- Cittadinanza italiana;
 - Età non superiore a 35 anni, salvo eventuali proroghe o eccezioni previste dal bando;
 - Godimento dei diritti civili e politici;
 - Idoneità fisica all’impiego;
 - Titolo di Laurea Magistrale, Laurea a ciclo unico o Diploma di laurea del vecchio ordinamento, conseguito in una delle seguenti aree disciplinari: Giurisprudenza, Scienze Politiche, Relazioni Internazionali, Economia o altri titoli equiparati per legge.
 
Non è richiesta una Laurea Specifica, ma il percorso di studi deve garantire una formazione multidisciplinare, coerente con la natura internazionale e giuridica della professione diplomatica.
b) Il Concorso Diplomatico
Il concorso diplomatico rappresenta la porta d’ingresso nella carriera. È organizzato annualmente dal MAECI e si articola in più fasi selettive, che valutano sia la preparazione accademica sia le attitudini personali dei candidati.
1. Prova attitudinale (preselezione)
La prima fase consiste in un test a risposta multipla su materie come:
- Storia contemporanea,
 - Diritto internazionale pubblico,
 - Economia politica,
 - Lingua inglese,
 - Cultura generale.
 
Serve a ridurre il numero dei partecipanti e selezionare i candidati più preparati per le prove scritte.
2. Prove scritte
Chi supera la preselezione affronta cinque prove scritte, che vertono su:
- Diritto internazionale pubblico e dell’Unione Europea;
 - Politica economica e relazioni economiche internazionali;
 - Storia delle relazioni internazionali a partire dal Congresso di Vienna (1815);
 - Lingua inglese;
 - Una seconda lingua straniera a scelta tra francese, spagnolo e tedesco.
 
Le prove mirano a valutare la capacità di analisi, il ragionamento logico e la padronanza linguistica, elementi essenziali per un futuro diplomatico.
3. Prova orale
L’ultima fase consiste in un colloquio approfondito sulle stesse materie delle prove scritte, con l’aggiunta di:
- Diritto pubblico e privato;
 - Politica internazionale e diritto consuetudinario;
 - Ulteriori verifiche linguistiche (anche su una terza lingua straniera, se conosciuta);
 - Temi di attualità internazionale.
 
Solo i candidati che superano con successo tutte le prove vengono ammessi nella carriera diplomatica come Segretari di Legazione in prova, primo gradino ufficiale del percorso che conduce — dopo anni di esperienza e valutazioni — al titolo di Ambasciatore.
c) La carriera diplomatica: progressione e gradi
La carriera diplomatica è strutturata in sei gradi, ognuno dei quali richiede anni di servizio, valutazioni periodiche e meriti riconosciuti:
1. Segretario di Legazione in prova
- È la fase iniziale, della durata di un anno circa, durante la quale il neo-diplomatico riceve formazione e affiancamento presso il Ministero o una sede estera.
 
2. Segretario di Legazione
- Dopo il periodo di prova, si ottiene la conferma nel ruolo e si inizia a operare pienamente in ambito diplomatico.
 
3. Consigliere di Legazione
- Con alcuni anni di esperienza, il diplomatico può essere assegnato a incarichi più complessi e di responsabilità crescente.
 
4. Consigliere d’Ambasciata
- Figura di raccordo tra il corpo diplomatico e il vertice della missione, con funzioni di supervisione e rappresentanza.
 
5. Ministro Plenipotenziario
- È un grado molto elevato, riservato a diplomatici con lunga esperienza e meriti riconosciuti. Può dirigere missioni diplomatiche o svolgere incarichi speciali.
 
6. Ambasciatore
- È il vertice assoluto della carriera diplomatica. Rappresenta l’Italia presso un Paese straniero o un’organizzazione internazionale, assumendo la piena responsabilità politica e operativa della missione.
 
L’accesso all’ultimo grado non è automatico: avviene solo dopo molti anni di servizio, attraverso valutazioni periodiche basate su merito, capacità professionali e comportamento etico impeccabile.
Quanto guadagna un Ambasciatore?
Lo stipendio di un Ambasciatore italiano è tra i più alti della PA, ma varia sensibilmente in base al grado, alla sede di destinazione e all’anzianità di servizio.
Secondo i dati ufficiali del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), il trattamento economico annuo lordo di un Ambasciatore si aggira tra i 100.000 e i 115.000 euro, a cui si aggiungono indennità e benefici accessori che possono incrementare in modo significativo il reddito complessivo.
In termini netti, un ambasciatore percepisce mediamente tra 8.000 e 10.000 euro al mese, cifra che può salire ulteriormente in base alla sede di servizio e agli incarichi ricoperti.
Le indennità di sede estera rappresentano una componente fondamentale dello stipendio, poiché servono a compensare:
- il costo della vita locale;
 - le condizioni di sicurezza;
 - il livello di responsabilità connesso al Paese di destinazione.
 
Ad esempio, chi presta servizio in capitali europee come Parigi o Berlino percepisce generalmente meno rispetto a chi opera in aree geopoliticamente complesse o considerate “disagiate”.
Oltre allo stipendio base, gli ambasciatori possono usufruire di numerosi benefit aggiuntivi, tra cui:
- Alloggio o rimborso per l’abitazione (soprattutto nelle sedi estere);
 - Indennità di rappresentanza, per coprire spese legate a eventi ufficiali;
 - Rimborsi per missioni e viaggi di servizio;
 - Coperture assicurative e sanitarie integrative, particolarmente rilevanti per le sedi a rischio.
 
Nel complesso, il trattamento economico è commisurato alle altissime responsabilità, competenze e capacità diplomatiche richieste da questo ruolo.
Inoltre agli Ambasciatori spettano:
- Formazione continua: durante la carriera diplomatica è previsto un costante aggiornamento su tematiche politiche, linguistiche e di diritto internazionale;
 - Mobilità geografica: i diplomatici cambiano spesso sede, in Italia e all’estero, ogni 3-4 anni per ampliare la propria esperienza;
 - Opportunità internazionali: al termine della carriera diplomatica, molti ambasciatori assumono incarichi presso organizzazioni internazionali, università o enti di cooperazione.
 
Diventare Ambasciatore richiede anni di studio, dedizione e una profonda vocazione al servizio pubblico. È una carriera d’élite, ma anche una missione: rappresentare l’Italia nel mondo, difendere i suoi interessi e costruire ponti tra culture e nazioni diverse.
Chi sogna di intraprendere questa strada deve prepararsi con impegno, determinazione e una solida formazione accademica. La diplomazia è l’arte di parlare con il mondo e l’Ambasciatore ne è la voce più autorevole.
Leggi le nostre guide e scopri come poter realizzare i tuoi sogni professionali!
Non perdere nessuna opportunità dal mondo concorsi!
Segui i social di Studioconcorsi: su TikTok, Instagram e Facebook ti aspettiamo con aggiornamenti in tempo reale, notizie sui concorsi e tutto il supporto necessario per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.






                    

