Diventare professore universitario rappresenta l’ambizione di molti studiosi, appassionati del sapere e della trasmissione della conoscenza. Si tratta, infatti, di una delle carriere più prestigiose e stimolanti nel panorama accademico, che consente di coniugare insegnamento e ricerca all’interno di un contesto altamente qualificato.
In questa guida scoprirai nel dettaglio chi è e cosa fa un professore universitario, quali sono le sue mansioni quotidiane, le competenze richieste, il percorso formativo da seguire, i requisiti da soddisfare, le modalità di accesso tramite concorso e gli stipendi previsti.
Chi è il Professore Universitario?
Il professore universitario è un docente altamente qualificato che opera all’interno di università pubbliche o private, svolgendo funzioni di insegnamento, ricerca e supporto accademico. Non è solo un insegnante: è anche uno studioso, un ricercatore, un mentore e spesso un punto di riferimento per gli studenti durante il loro percorso di studi.
Il suo lavoro comprende attività didattiche, scientifiche e gestionali, con la possibilità di collaborare a livello nazionale e internazionale. Partecipare a convegni, pubblicare articoli accademici e contribuire all’innovazione della propria disciplina sono aspetti centrali del suo ruolo.
In Italia, la carriera accademica si articola in tre figure principali:
- Ricercatore universitario a tempo determinato – primo gradino della carriera accademica, articolato in due tipologie: tipo A (RTD-A) e tipo B (RTD-B);
- Professore associato – docente di seconda fascia, con consolidata esperienza didattica e scientifica;
- Professore ordinario (o di prima fascia) – il livello più alto della docenza universitaria, con responsabilità gestionali, scientifiche e di rappresentanza.
Nota: la figura del ricercatore a tempo indeterminato è ormai superata per i nuovi ingressi (dal 2010), ma chi già ricopre questo ruolo mantiene il contratto.
Mansioni
Le mansioni del professore universitario si suddividono in tre grandi aree, tutte fondamentali per il buon funzionamento dell’istituzione accademica.
1. Attività didattica
- Progettazione e svolgimento di corsi, lezioni frontali, seminari e laboratori;
- Preparazione e correzione di esami, tesi di laurea e dottorato;
- Tutoraggio e supporto agli studenti, anche tramite ricevimento e orientamento accademico.
2. Ricerca scientifica
- Ideazione e realizzazione di progetti di ricerca innovativi;
- Pubblicazione di articoli su riviste scientifiche nazionali e internazionali;
- Partecipazione a convegni, workshop, conferenze ed eventi accademici.
3. Gestione accademica
- Partecipazione a organi collegiali (es. Consiglio di Dipartimento, Senato Accademico);
- Coordinamento di corsi di studio, gruppi di ricerca o progetti formativi;
- Collaborazione con enti pubblici, aziende, fondazioni e istituzioni internazionali.
Il lavoro del professore universitario è quindi molto più ampio della sola attività didattica: è una figura centrale nel sistema universitario e nella produzione scientifica del Paese.
Competenze
Per avere successo nella carriera accademica non bastano le conoscenze teoriche: servono competenze solide, sia tecniche (hard skills) che trasversali (soft skills).
Hard skills
- Conoscenza approfondita della disciplina di riferimento;
- Capacità di condurre ricerche avanzate con metodologia scientifica rigorosa;
- Competenze didattiche, inclusa la gestione della didattica digitale;
- Ottima padronanza dell’inglese accademico;
- Conoscenza di strumenti digitali e software scientifici di settore.
Soft skills
- Eccellenti capacità comunicative;
- Ascolto attivo, empatia e disponibilità verso gli studenti;
- Capacità di problem solving e adattabilità;
- Pensiero critico, autonomia e rigore scientifico;
- Team working e gestione di progetti complessi e multidisciplinari.
Come diventare Professore Universitario?
La carriera accademica si struttura in diverse tappe, ciascuna con requisiti specifici e crescente grado di responsabilità. Ecco il percorso completo per accedere alla docenza universitaria in Italia.
1. Conseguire una Laurea Magistrale
È il punto di partenza obbligato. Serve una laurea magistrale (o a ciclo unico) in una disciplina coerente con l’ambito universitario di interesse. È consigliabile terminare con un’ottima media e una tesi sperimentale o teorica originale.
Molti iniziano a distinguersi già in questa fase partecipando a progetti di ricerca, attività seminariali e pubblicazioni.
2. Dottorato di ricerca (PhD)
Il dottorato è il titolo accademico di più alto livello in Italia e dura in media 3 anni. Consiste nello sviluppo di una ricerca originale, con:
- pubblicazioni su riviste scientifiche peer-reviewed;
- partecipazione a convegni;
- attività di didattica o tutoraggio.
È la prima vera tappa accademica, in cui si definisce la propria identità scientifica.
3. Attività post-doc e incarichi temporanei
Dopo il PhD, si accede a ruoli temporanei come:
- Assegnista di ricerca (1-3 anni);
- Ricercatore a tempo determinato di tipo A (RTD-A).
Durante questa fase è fondamentale:
- pubblicare articoli in riviste ad alto impatto;
- collaborare in progetti nazionali e internazionali;
- costruire una rete accademica solida.
4. Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN)
È un passaggio obbligatorio per partecipare ai concorsi per professore associato o ordinario. L’ASN è rilasciata dal MUR e valuta:
- quantità e qualità delle pubblicazioni;
- h-index e citazioni;
- curriculum scientifico e didattico.
5. Partecipazione ai concorsi universitari
Ottenuta l’ASN, si può partecipare ai bandi pubblici indetti dalle università. La selezione prevede:
- valutazione del CV accademico;
- analisi delle pubblicazioni;
- colloqui e, talvolta, prove didattiche simulate.
Le commissioni giudicano secondo criteri di merito, originalità scientifica e prospettive di sviluppo della carriera.
6. Progressione di carriera
- RTD-A (Ricercatore a tempo determinato di tipo A): Contratto di 3 anni, talvolta rinnovabile, primo passo dopo il dottorato;
- RTD-B (Ricercatore a tempo determinato di tipo B): Contratto di 3 anni con possibilità di stabilizzazione. L’esperienza RTD-B è un requisito importante per partecipare al concorso da professore associato; in alcuni casi, dopo valutazione positiva, l’accesso al ruolo può avvenire tramite chiamata diretta da parte dell’ateneo;
- Professore Associato (II fascia): Si accede tramite concorso pubblico, previa ASN. Dopo almeno 3 anni, si può richiedere l’abilitazione per diventare ordinario;
- Professore Ordinario (I fascia): Si accede tramite nuova abilitazione e concorso pubblico. È il grado più alto della docenza universitaria.
Quanto guadagna un Professore Universitario?
Lo stipendio di un professore universitario può variare sensibilmente in base a diversi fattori, tra cui la fascia di appartenenza (ricercatore, associato, ordinario), l’anzianità di servizio, l’ateneo di riferimento (statale o privato) e l’eventuale presenza di incarichi aggiuntivi.
Di seguito, una panoramica indicativa:
- Un ricercatore a tempo determinato di tipo A (RTD-A) guadagna in media tra 25.000 e 33.000 euro lordi all’anno;
- Il ricercatore di tipo B (RTD-B), figura più avanzata e con prospettive di stabilizzazione, percepisce uno stipendio compreso tra 35.000 e 45.000 euro lordi all’anno;
- Un professore associato – docente di seconda fascia con responsabilità didattiche e scientifiche consolidate – può percepire uno stipendio annuo lordo tra 45.000 e 60.000 euro, a seconda dell’anzianità di servizio;
- Il professore ordinario, al vertice della carriera universitaria (prima fascia), ha una retribuzione che si aggira tra 60.000 e 80.000 euro lordi annui, ma può aumentare significativamente con incarichi di coordinamento, direzione di dipartimenti o progetti di ricerca finanziati.
Nei contesti più prestigiosi o in presenza di ruoli apicali, lo stipendio può anche superare i 100.000 euro lordi all’anno, soprattutto per chi gestisce fondi europei, centri di ricerca o ricopre cariche accademiche rilevanti.
Diventare professore universitario richiede anni di formazione, pazienza, pubblicazioni continue e grande spirito di sacrificio. Ma per chi ama l’insegnamento e la ricerca, si tratta di una delle carriere più appaganti e stimolanti.
Non è una professione fatta solo di numeri e titoli, ma di passione, curiosità, responsabilità culturale e voglia di contribuire al progresso scientifico. È un lavoro che unisce libertà intellettuale, rigore e impegno sociale, offrendo la possibilità di formare le nuove generazioni e lasciare un segno nel proprio ambito di studio.
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