Il medico di base, definito ufficialmente medico di medicina generale (MMG), è una figura fondamentale del sistema sanitario italiano. È il primo punto di contatto tra il cittadino e la sanità pubblica e svolge un ruolo cruciale nella prevenzione, diagnosi, cura e monitoraggio delle patologie più comuni. La sua attività quotidiana si basa su un rapporto diretto, continuativo e fiduciario con i pazienti, il che rende questa professione non solo di grande responsabilità, ma anche profondamente umana. Ma come si diventa medico di base? Qual è il percorso di studi da intraprendere, quali sono i requisiti da soddisfare e quale stipendio si può prevedere? In questa guida analizziamo tutto ciò che c’è da sapere per intraprendere questa carriera.
Chi è il Medico di base?
Il medico di base è un professionista sanitario laureato in Medicina e Chirurgia, abilitato all’esercizio della professione e convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Fornisce assistenza medica primaria a titolo gratuito per il cittadino, in quanto la prestazione è coperta dal sistema pubblico.
Ogni persona residente in Italia ha diritto a scegliere il proprio medico di fiducia all’interno di un elenco fornito dalla propria ASL (Azienda Sanitaria Locale). Il medico di base può assistere un numero massimo di 1.500 pazienti, salvo deroghe in particolari contesti territoriali o in caso di carenze di personale.
A differenza del medico specialista – che opera su ambiti clinici specifici – il medico di medicina generale tratta un’ampia gamma di problematiche sanitarie, spesso in fase iniziale, fungendo da filtro e indirizzando, se necessario, il paziente verso approfondimenti diagnostici o specialistici.
Cosa fa il Medico di base: mansioni e competenze
Il medico di medicina generale non si limita alla prescrizione di farmaci o rilasciare certificati: è una figura centrale e trasversale nella sanità pubblica, che unisce competenze cliniche, capacità relazionali e funzioni organizzative.
La sua attività si inserisce in un contesto di assistenza territoriale continua, dove assume il ruolo di primo interlocutore per il paziente e, spesso, di coordinatore del percorso di cura. Interviene sia nella gestione di problematiche sanitarie di lieve entità, sia nel monitoraggio e nel trattamento di patologie croniche, svolgendo un compito fondamentale anche nella prevenzione e nell’educazione sanitaria.
Mansioni
Il medico di base svolge una molteplicità di compiti, sia clinici che burocratico-amministrativi, garantendo assistenza sanitaria di primo livello. Le sue principali mansioni comprendono:
- Effettuare visite ambulatoriali e domiciliari, soprattutto per pazienti non autosufficienti o fragili;
- Formulare diagnosi cliniche e impostare terapie farmacologiche e comportamentali;
- Prescrivere farmaci, esami di laboratorio, accertamenti diagnostici e visite specialistiche;
- Monitorare nel tempo l’efficacia e l’aderenza terapeutica, adattando la cura alle condizioni evolutive del paziente;
- Compilare certificazioni mediche per malattia, invalidità civile, esoneri scolastici, idoneità sportiva o al lavoro;
- Fornire consulenze su stili di vita, vaccinazioni, alimentazione e prevenzione dei principali fattori di rischio;
- Partecipare a campagne di prevenzione promosse dalle ASL, come screening oncologici o campagne vaccinali;
- Segnalare situazioni di fragilità o rischio sociale, attivando i servizi competenti in collaborazione con le strutture territoriali.
Sempre più frequentemente, il medico di base opera all’interno di modelli organizzativi integrati, come le Case della Comunità, le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP).
Competenze
Per esercitare in modo efficace e responsabile, il medico di medicina generale deve possedere un insieme articolato di competenze, che includono sia abilità tecnico-scientifiche sia capacità comunicative e gestionali. L’approccio deve essere necessariamente multidimensionale, poiché il medico di base si trova a operare in una realtà complessa e in continuo cambiamento.
Hard skills
- Solide conoscenze in anatomia, fisiologia, patologia, farmacologia e semeiotica clinica;
- Capacità di effettuare diagnosi differenziali, anche in assenza di strumenti specialistici;
- Competenza nella lettura e interpretazione di referti medici, esami strumentali e analisi di laboratorio;
- Padronanza dei protocolli diagnostico-terapeutici (PDT) e delle linee guida ministeriali e regionali;
- Gestione integrata di pazienti polipatologici, spesso anziani o fragili, con piani terapeutici personalizzati;
- Abilità nell’utilizzo dei sistemi informatici sanitari (cartelle cliniche elettroniche, CUP, piattaforme ASL), fondamentali per la tracciabilità e l’efficienza del lavoro clinico;
- Conoscenza delle normative relative alla tutela della salute pubblica, alla medicina legale e alla responsabilità professionale.
Soft skills
- Capacità di ascolto attivo, attenzione ai segnali verbali e non verbali espressi dal paziente;
- Empatia, rispetto e disponibilità a costruire un rapporto umano fondato sulla fiducia reciproca;
- Chiarezza comunicativa, particolarmente utile nella spiegazione di diagnosi, terapie e indicazioni sanitarie, anche in presenza di pazienti anziani, stranieri o con difficoltà cognitive;
- Precisione e rigore nella gestione della documentazione clinica, dei tempi e degli adempimenti normativi;
- Attitudine alla gestione del tempo e alla risoluzione dei problemi in modo rapido ed efficace;
- Capacità di lavorare in équipe e di dialogare con altri professionisti sanitari;
- Impegno costante nell’aggiornamento professionale, tramite corsi di Educazione Continua in Medicina (ECM), pubblicazioni scientifiche e confronto con la comunità medica.
Come diventare Medico di base?
Il percorso per diventare medico di base in Italia è lungo, impegnativo e altamente selettivo, ma consente di accedere a una delle professioni sanitarie più significative e richieste nel nostro sistema sanitario.
Ecco tutte le tappe, spiegate passo dopo passo.
1. Diploma di scuola superiore
Il primo requisito è il possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado, valido per l’ammissione universitaria. Sebbene non sia obbligatorio un indirizzo specifico, è preferibile aver frequentato un liceo scientifico, per la solida base in materie come biologia, chimica, fisica e matematica.
Questo titolo è necessario per partecipare al test di ammissione nazionale al corso di laurea in Medicina e Chirurgia.
2. Laurea magistrale in Medicina e Chirurgia
Una volta superato il test di ingresso, si accede alla Laurea Magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, della durata di 6 anni (360 CFU).
Il corso comprende:
- Insegnamenti teorici (biologia, anatomia, fisiologia, patologia, farmacologia, ecc.);
- Tirocini clinici obbligatori in ambito ospedaliero, ambulatoriale e territoriale;
- Attività pratiche professionalizzanti e simulazioni.
Al termine del percorso, si consegue il titolo di dottore magistrale in Medicina e Chirurgia, che permette l’accesso all’Esame di abilitazione.
3. Abilitazione all’esercizio della professione medica
Una volta conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia, è necessario ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione.
Per i laureati secondo i nuovi ordinamenti (dal 2020 in poi), che hanno completato i tirocini pratico-valutativi durante il corso di studi, la laurea è direttamente abilitante, senza bisogno di sostenere un esame di Stato separato.
Chi si è laureato con i vecchi ordinamenti, invece, deve ancora superare una prova d’esame abilitante.
Dopo l’abilitazione, è obbligatoria l’iscrizione all’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, per poter esercitare legalmente la professione.
4. Corso di formazione specifica in Medicina Generale
Questo è il passaggio fondamentale per diventare medico di base. Si tratta di un corso triennale di formazione specifica in Medicina Generale, regolato a livello regionale ma con bando nazionale.
Si accede tramite concorso pubblico regionale, a cui possono partecipare solo medici abilitati e regolarmente iscritti all’Ordine. Ogni Regione bandisce periodicamente il proprio concorso, che prevede una borsa di studio mensile per l’intera durata del corso.
Il corso dura 3 anni e la struttura di cui si compone è mista, ovvero formazione teorica (in aula o online) e tirocini pratici (ospedale, medicina interna, pronto soccorso, ambulatori di medicina generale). Prevede un’attività formativa complessiva di 4.800 ore, suddivise tra lezioni frontali, esercitazioni pratiche, attività di tutoraggio e studio individuale.
Si conclude con un esame finale e il rilascio del diploma di formazione specifica in Medicina Generale, titolo indispensabile per esercitare come medico convenzionato con il SSN.
5. Convenzione con il SSN e iscrizione nelle graduatorie regionali
Dopo aver conseguito il diploma triennale, il medico può presentare domanda di inserimento nelle graduatorie regionali per l’accesso agli incarichi di medico convenzionato.
Le Regioni, tramite le ASL, assegnano:
- Incarichi temporanei (in sostituzione di medici assenti o pensionati);
- Incarichi definitivi a tempo indeterminato, nel rispetto delle disponibilità territoriali e delle preferenze espresse dal professionista.
L’iscrizione alle graduatorie consente anche di prestare servizio nella guardia medica (continuità assistenziale), nelle USCA/UTAP, nelle carceri o nei servizi scolastici e pediatrici.
In base alla normativa vigente, alcune specializzazioni mediche sono equipollenti o affini al percorso di medicina generale. In particolare:
- Geriatria, Medicina interna, Medicina d’urgenza, Medicina del lavoro e altre specialità affini possono consentire l’accesso diretto agli incarichi di medico di base, senza frequentare il corso triennale, ma solo in presenza di carenze di personale e nel rispetto delle normative regionali.
Si tratta però di deroghe eccezionali e transitorie, non equiparabili al percorso standard e soggette a modifiche nel tempo.
Quanto guadagna un medico di base?
Lo stipendio di un medico di base può variare sensibilmente in base a diversi fattori, come il numero di pazienti, le prestazioni extra, la zona geografica e la presenza di incarichi aggiuntivi.
Il compenso di un medico di medicina generale si basa su una quota fissa annuale più una quota variabile legata al numero di pazienti, fino a un massimo di 1.500. La quota capitaria è di circa 35 euro lordi all’anno per paziente, ma considerando anche la quota fissa, il valore medio per assistito può variare tra 35 e 70 euro lordi all’anno, a seconda del numero di pazienti e delle prestazioni extra.
Oltre alla quota base, il medico può incrementare il proprio reddito con:
- visite domiciliari e assistenza a pazienti non autosufficienti;
- attività di continuità assistenziale, come i turni di guardia medica;
- indennità specifiche per chi opera in zone disagiate, isole minori o aree con difficoltà logistiche;
- collaborazioni con strutture pubbliche o attività aggiuntive legate a programmi di prevenzione, vaccinazioni o assistenza scolastica.
Essendo un libero professionista convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, il medico di base riceve un compenso lordo dal quale deve detrarre:
- i contributi previdenziali versati all’ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e Odontoiatri);
- le imposte sul reddito;
- le spese per la gestione dello studio (affitto, personale, attrezzature, materiali).
In media, il reddito netto mensile di un medico di base può variare da circa 2.500-3.000 euro fino a superare i 5.000 euro, a seconda di diversi fattori come il numero di pazienti assistiti, la complessità del carico di lavoro, le prestazioni aggiuntive effettuate e gli incarichi extra svolti, come turni di continuità assistenziale o collaborazioni con strutture sanitarie.
Fattori che influenzano il guadagno
- Posizione geografica: i medici che lavorano in zone disagiate o rurali possono beneficiare di maggiorazioni economiche;
- Esperienza e anzianità: anche se il compenso base è legato al numero di assistiti, la capacità di gestire più attività e incarichi extra può influire sul reddito;
- Dimensione dello studio e collaborazioni: chi gestisce uno studio con personale di supporto o svolge attività integrative può avere un flusso economico maggiore, ma anche spese più alte;
- Tipologia di incarichi: partecipare a programmi vaccinali, attività di formazione o collaborare con enti sanitari può portare compensi aggiuntivi.
Diventare medico di base significa intraprendere un percorso professionale lungo, ma estremamente significativo. Si tratta di una figura chiave per il benessere della collettività, che richiede competenze tecniche, doti relazionali e una forte vocazione.
In un sistema sanitario in continua evoluzione, il medico di medicina generale è oggi più che mai una figura centrale, capace di fare la differenza nella vita quotidiana dei pazienti.
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